Un bambino di 9 anni un giorno ci ha detto: l’animazione è un miracolo! Beh, da un certo punto di vista siamo pienamente d’accordo con lui. Grazie ai nostri occhi difettosi e a tanti scienziati, ingegneri, uomini d’affari e poeti che hanno lavorato sodo in questi ultimi 100 e passa anni, oggi è possibile dar vita ad un personaggino di carta addirittura nelle corsie di un’ospedale. Il computer, il software, la webcam e il miniset illuminato e portatile non rendono meno magico il momento di visione di tutti quei fotogrammi che diventano un un’unica immagine che si muove. Anche se sappiamo come e perchè accade, si lavora sempre in una sorta di incredulità che sfocia nella grande soddisfazione del finale “eppur si muove!” (CLAP CLAP CLAP) Ma alla magia dell’immagine animata se ne può affiancare un’altra, altrettanto potente: quella della parola. E allora ecco che ci capita tra le mani un prezioso libricino con tante filastrocche, tutte brevi di 4 versi. Tutte che sembrano scritte per essere recitate all’occorrenza per risolvere un piccolo o grande problema. Tante formule magiche, con tutta probabilità, efficaci visto che vengono ristampate da venti anni a questa parte. Ci siamo detti: non sarebbe bello fare anche tanti film corti come loro? Tanti film anche loro magici? Abbiamo chiesto il permesso all’autore delle filastrocche, il signor Bruno Tognolini. Lui ha risposto di si, come anche l’editore Salanii! Fatto sta che nelle camere dell’Ospedale dei bambini è tutto un lavorare di streghette e stregoni impegnati a far muovere da sola la carta e a far passare il mal di schiena a papà, far ritrovare le cose perse, far passare la paura delle punture, far passare il singhiozzo, etc. etc. etc. Grazie sig. Bruno! Grazie Editore Salani!
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Audio preistorico
Ecco a voi, cari amici paleontologi e non, un documento audio dalla portata scientifica strabiliante. Vi consigliamo di alzare il volume perchè la registrazione è un po’ bassa e di avvicinare l’orecchio alla cassa o indossare cuffie insonorizzate per goderne appieno. Il massimo sarebbe chiudere gli occhi e per un attimo cercare di visualizzare un habitat preistorico. Bene…se sarete così gentili e intelligenti da seguire i nostri consigli, una volta ascoltato il flebile versetto rispondete a questa facile domanda (compilando il form qui sotto): DI CHE SPECIE DI DINOSAURO SI TRATTA?
DOVE VAI?
DOVE VAI?
Chiese il mare alla sabbia
A FARE UN CARTONE ANIMATO IN CORSIA!
Tutti sanno che quando Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto ma non si era mai sentita una spiaggia muoversi per andare in una corsia di ospedale.
Questo singolare fenomeno si è verificato la scorsa settimana nel reparto di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, per effetto dell’incontro tra una poesia di Chiara Carminati, la casetta dei cartoni e quattro giovani pazienti e appassionate animatrici.
Il viaggio è iniziato dalla domanda del titolo.“Dove vai?” Ingrid, Sara, Arianna e Silvana hanno risposto dando vita ad un breve film di animazione, realizzato con la sabbia. In tre pomeriggi i versi della poesia sono diventati immagini disegnate su carta e poi fotogrammi, ovvero tante immagini tracciate nella sabbia sul piano luminoso della casetta dei cartoni, catturate una per una dal computer attraverso il piccolo occhio della webcam. Infine ognuna delle autrici ha lasciato un segno inconfondibile, leggendo il testo.
Tra i granelli finissimi della sabbia venuta dal mare abbiamo visto passione, pazienza, determinazione, idee, coraggio, curiosità, luce. Quattro teste, otto mani e quattro voci si sono avvicendate e aiutate, hanno pensato tremato e sorriso, provando le une alle altre che insieme si possono affrontare le sfide più ardite.
Una parola bellissima
Dove andranno mai a finire i personaggi di carta dopo che – mansueti – si sono lasciati animare dentro la Casetta dei cartoni? Noi ce li immaginiamo tra le lenzuola bianche dei lettini, sui comodini con le ruote tra una bottiglietta d’acqua e il cellulare, nelle tasche del pigiama, nella borsetta della mamma o nel portafoglio di papà, tra le pagine di un libro, nella scatola dei segreti. Alcuni poi – quelli più avventurosi – saranno forse sul cruscotto dell’automobile (o del camper), appesi ad una parete o al lampadario o alla finestra, in una camera d’albergo o dentro la valigia. Qualcuno di sicuro sarà anche nella raccolta differenziata. Ma c’è anche un altro posto dove amano nascondersi. E’ tra le pagine del nostro diario. Se ne stanno lì tranquilli a raccontarsi le avventure più incredibili..già perchè loro ne han viste proprio delle belle!
Ma sulle pagine del nostro diario si sono anche posate tante parole, quelle che i giovani pazienti animatori hanno deciso di lasciarci. E oggi ve ne sveliamo una che quando l’abbiamo trovata lì non ci potevamo credere. Una parola nuova, fresca, potente e bellissima. Eccola, nella sua frase che pure è meravigliosa:
“E’ stata un’esperienza bella e ricca di EMOTIVAZIONE. Per fare cartone animato niente di abbacchiato”. Shyfu
Il buono e il cattivo
Ieri nella casetta dei cartoni c’è stata una rumoreggiante lotta tra il “buono” e il “cattivo”, due colorati e originali personaggi realizzati da Alessio.
Durante le riprese a “passo uno” è un florilegio di suoni e rumori prodotti dalla voce di Alessio che in diretta sonorizza le varie azioni del duello. Alessio è un grande animatore. E’ immediato. La sequenza scorre veloce tra colpi bassi e urla di attacco: BENG!, STUMP, CRUNCK, ARGH, GASP, SOCK, THUD, BLEAH, DANG, POW, CRASH, SNORT, ZOT, GRRRR, AAAAAHHHHH!!!, BONK!, SWOOSHHH…
Finita l’animazione/duello Alessio si rivolge a noi: “Volete un bacio?”
Ci avviciniamo e…“SMACK!”
Colpiti…al cuore!
On the road
Il film di Alessandro racconta la storia di un automobilista. Ecco si, lui, quello della foto. Sulla sua giurassica automobile morde l’asfalto lasciandosi alle spalle chilometri e chilometri di colline verdi…quand’ecco stagliarsi all’orizzonte un semaforo. “Dai dai dai che passo…passo! Passo? Oh no! ROSSO!!!”. Frena. Aspetta. Aspetta…aspetta…aspetta. “Ma a che serve ‘sto coso? Da dove spunta?” Continua ad aspettare poi sbadiglia e poi ancora aspetta. Ma la pazienza, anche del più educato dei dinosauri, ha un limite. Chi ha ancora molta strada da percorrere non si lascia facilmente intimidire da un inutile semaforo rosso.
Senza parole
Dana è da pochi mesi in Italia. Fa fatica a comprendere la nostra lingua e quando riesce ad intuire il senso delle nostre domande risponde a monosillabi: “Si!” “No!”.
In camera è sola. Non può alzarsi dal letto. C’è molto silenzio intorno. Le presentiamo la “casetta dei cartoni” e, più con i gesti che con le parole, le chiediamo se ha voglia di fare un cartone animato.
Annuisce senza grande entusiasmo e mentre sistemiamo il piccolo set d’animazione sul suo letto ci osserva un poco perplessa.
Le mostriamo come si usa la casetta e il software per fare l’animazione con un piccolo esempio: un serpentello che si forma con alcuni pezzettini di carta strappata verde. Subito dopo le fasi di registrazione dei singoli movimenti, vedendo il serpentello muoversi dentro lo schermo la sua espressione un po’ immobile ha un sussulto. “Ora tocca a te” le facciamo capire. Dana senza chiedere nulla e con sicurezza comincia a strappare tanti piccoli pezzettini di colore arancio. Noi ci guardiamo: “avrà capito?”. Meticolosamente sostituisce, uno ad uno, i pezzetti verdi con i suoi pezzetti arancio. Ad ogni sostituzione schiaccia invio sul computer: clic dopo clic il serpentello diventa un pesce.
E ora che farà?
Dana comincia la sua animazione. Sicura muove i 20 pezzettini che compongono il suo pesce. Nella stanza l’unico suono che si sente è clic…clic…clic.
Senza parole e senza incertezze prosegue fino a che il pesciolino, dopo essersi cibato di piccoli frammenti verdi, esce di scena. Dopo circa un’ora di “lavoro” è arrivato il momento di vedere l’animazione. Il suo pesciolino un po’ magicamente si muove da solo e va…
I suoi occhi si illuminano e nel silenzio il suo viso diventa un sorriso. Grazie Dana.